La buona notizia che Gesù ci comunica in questa pagina del vangelo di Marco è che Dio non emargina nessuna persona.
È la religione che divide le persone tra puri e impuri, meritevoli e no, ma non Dio.
Entra in scena un lebbroso, un disperato che ha perso tutto: casa, lavoro, amici, abbracci, dignità e perfino Dio: si sente un fallito, si sente abbandonato.
Quell’uomo che si sta decomponendo da vivo, per la società è un peccatore, rifiutato da Dio e castigato con la lebbra. Avrebbe dovuto gridare da lontano, a chi incontrava: “immondo, contagioso”.
E invece: si ribella alla sua situazione e, lo immagino, farsi largo fra la folla, non gliene importa più delle disposizioni della legge, la trasgredisce e va verso Gesù e lo supplica in ginocchio: “Se vuoi puoi purificarmi!”
Non chiede di essere guarito, perché sapeva che dalla lebbra non si poteva guarire, ma di essere purificato cioè di avere almeno la speranza di un contatto con Dio perché gli tolga l’impurità.
Gesù lo vede, si ferma, stende la mano, lo tocca trasgredendo ogni legge e ogni prudenza. Gesù “Tese la mano, lo toccò e gli disse lo voglio sii purificato”.
Quante volte Gesù ha guarito soltanto con la potenza della sua parola.
Qui perché lo tocca? Lo tocca perché era proibito.
Quanto è forte l’espressione: “lo voglio”.
Con questa parola Gesù elimina ogni emarginazione attuata in nome suo, cancellando così definitivamente per sempre la categoria degli impuri. Non esistono persone impure per il Signore.
Lo voglio, cioè nessun peccato, nessuna condizione esclude dall’amore di Dio.
Noi possiamo allontanarci da Dio, vivere come se Lui non ci fosse. Ma Lui non ci esclude mai dal suo amore.
Marco sta presentando la novità di Gesù: l’amore di Dio non è attratto dai meriti delle persone, ma dai loro bisogni.
E soprattutto la grande novità: non è vero, come insegna la religione, che l’uomo deve purificarsi per avvicinarsi e accogliere il Signore, ma è vero il contrario, accogliere il Signore è ciò che purifica l’uomo.
Questa è la buona notizia portata da Gesù.
Poi però Gesù lo ammonisce severamente: “Guarda di non dire niente a nessuno. Va a mostrarti al sacerdote e offri per la tua purificazione quello che Mosè ha prescritto come testimonianza per loro”.
Per poter rientrare nel villaggio, nella famiglia, occorreva farsi esaminare dai sacerdoti che certificavano che la persona era sana.
Il lebbroso si sarà chiesto: perché andare dai sacerdoti se è Gesù che mi ha guarito? e non va dai sacerdoti.
Anzi, “Quello uscì”, abbandona l’istituzione che lo aveva reso impuro, “e si mise a divulgare”, quanto gli è accaduto, ma soprattutto che Dio non emargina, non esclude, non lascia che le persone stiano lontane da lui, ma il suo amore è rivolto a tutti quanti.
Chissà da quanti villaggi era dovuto scappare, e adesso è proprio nei villaggi che entra, cerca le persone da cui prima doveva fuggire, per dire che è cambiato tutto, perché è cambiata, con Gesù, l’immagine di Dio.
Questo è il messaggio che il lebbroso guarito va a testimoniare.
Gesù invece deve allontanarsi. Infatti: “non poteva più entrare pubblicamente in una città”perché avrebbe dovuto sottoporsi anche lui ai riti di purificazione.
“Ma rimaneva fuori in luoghi deserti”, esattamente come un lebbroso.
Ma ecco la reazione della gente: “venivano a lui da ogni parte”.
Tutte le persone che si sono sentite emarginate, tutte le persone che si sono sentite rifiutate, tutte le persone che si sono sentite disprezzate, accorrono a Gesù.
È un Dio che purifica la persona, la rende pienamente in comunione con lui.
È questa la buona notizia che la gente aspettava, specialmente i più lontani, i più abbandonati, i più emarginati e disprezzati dalla religione
Gesù ci fa capire che il vero peccato che ci rende immondi non è la lebbra del corpo, ma quella dell’anima: è l’incapacità di provare compassione e di essere accoglienti verso il nostro prossimo.
Gesù vuole che ci facciamo carico delle fragilità e delle debolezze di tutti, riconoscendo che ciascuno di noi è bisognoso di misericordia.
Chiediamoci: nel nostro vivere quotidiano escludiamo delle persone?