24 Gennaio 2021

All’inizio di questo incontro chiediamo al Signore: “Fammi conoscere, Signore, le tue vie”. Infatti il testo del Vangelo che ascolteremo provoca un capovolgimento dell’esistenza.
Vorrei però iniziare con un breve commento alla prima lettura perché il profeta Giona era un fervente ebreo chiamato da Dio per una missione a Ninive (in Iraq) per richiamare questa popolazione pagana alla conversione dai loro misfatti.
Forse ha qualcosa da dire a ciascuno di noi.
Giona fugge, ma viene ripreso da Dio finché alla fine va sulla terra dei niniviti.
Predica la conversione, però in cuor suo spera che non si convertano per vedere lo spettacolo della distruzione di Ninive. Tutti gli abitanti (più gli animali) fanno penitenza, si convertono e Giona si indispettisce verso Dio che gli usa misericordia.
Giona da buon ebreo conosce Dio se non in astratto. Sia Giona, sia tanti uomini e donne fino ad oggi non scrutano i disegni di Dio e la sua volontà attraverso le Scritture: sono rigidi osservanti delle proprie abitudini, tradizioni, norme morali, idee sociali e politiche credendo che provengono tutte da Dio. Ci viene richiesto di credere in un Dio che non ha confini.
L’evangelista Marco denuncia subito la stupidità del potere politico che ha arrestato Giovanni. Lo scrive Marco: “Dopo che Giovanni fu arrestato”.
Però ogni qualvolta che il potente crede di soffocare una voce di denuncia il Signore ne suscita una ancora più forte. È il primo conflitto tra il potere e un inviato di Dio che troveremo molte volte in Marco.
Gesù incomincia nella regione lontana dall’istituzione religiosa giudaica, una regione a contatto con i pagani dove la mentalità poteva essere un poco più aperta: in Galilea: “Gesù andò nella Galilea proclamando il vangelo di Dio”, cioè la buona notizia di Dio. E qual è la buona notizia di Dio? Gesù presenta un Dio completamente diverso da come i sacerdoti l’avevano presentato.
Non un Dio che chiede, ma un Dio che dà. Non un Dio che castiga, ma un Dio che perdona, non un Dio buono, ma esclusivamente buono.
Questo è il contenuto della buona notizia del vangelo di Dio che Gesù proclamerà: Dio è amore e il suo amore viene offerto in maniera incondizionata ad ogni persona.
“E diceva: «Il tempo è compiuto E il regno di Dio è vicino» che significa: questa è l’occasione propizia, da prendere al volo perché rischia di non ripresentarsi.
Nella nuova relazione con Dio che Gesù propone, quella con il Padre, non c’è più una legge, un codice esterno all’uomo che l’individuo deve osservare, ma c’è l’accoglienza e la pratica di un amore simile al suo.
Il Dio di Gesù non governa gli uomini emanando leggi che questi devono osservare, ma comunicando loro interiormente la sua stessa forza, il suo stesso Spirito che li rende capaci di amare generosamente come da lui si sentono amati.
Il regno di Dio è vicino, ma per far sì che questo diventi realtà, c’è bisogno di una decisione da parte dell’uomo, la conversione, cioè un cambio di mentalità che incide profondamente nel comportamento, una rinuncia all’ingiustizia e l’orientamento della propria esistenza al bene degli altri. Non più “io” ma “noi”.
Per regno di Dio in questo vangelo si intende una società alternativa, una società dove anziché il salire ci sia lo scendere, dove anziché comandare ci sia il servire e soprattutto anziché l’accumulo dei beni ci sia la condivisione. Allora per far questo ci vuole una conversione, un cambiamento di rotta.
E Gesù invita a credere in questa buona notizia e cioè che è possibile una società alternativa.
Il Vangelo continua: “passando lungo il mare di Galilea… Vide Simone e Andrea mentre gettavano le reti in mare; erano infatti pescatori. Gesù disse loro: «Venite dietro di me” Sono due nomi di origine greca, quindi una comunità mentalmente più aperta. Questo sarà l’invito che Gesù continuamente farà risuonare nel vangelo ieri e oggi: andare dietro di lui, perché lui sa come realizzare questa società alternativa, il regno di Dio.
Pescare un pesce significa tirarlo fuori dal suo habitat naturale per dargli la morte. E si fa per il proprio interesse, si pesca per il proprio beneficio.
Pescare gli uomini significa tirarli fuori dall’acqua, cioè da ciò che rischia di dar loro la morte; e non si fa per il proprio interesse, ma per il bene di tutti.
Questa è la conversione che possiamo tradurre così: se mentre fino ad ora hai vissuto per il tuo interesse, adesso vivi per l’interesse degli altri; mentre fino ad ora hai pescato per te, adesso pesca per gli altri, comunica vita agli altri.
Se ciò che dà la vita è la rinuncia al proprio interesse, quello che dà la morte è vivere esclusivamente centrati sul proprio interesse, sulla convenienza. E saranno proprio coloro che sono centrati sulla propria convenienza, sul loro interesse, gli acerrimi nemici di Gesù. Lo vedremo.
“Subito lasciarono le reti e lo seguirono”, quindi immediatamente questi primi discepoli, accolgono l’invito di Gesù.
Ma Gesù chiama ancora. E questa volta lo rivolge a due fratelli che hanno nomi ebraici; sono Giacomo e Giovanni, quindi più attaccati alla tradizione e saranno quelli che nel vangelo poi mostreranno delle difficoltà nel seguire Gesù.
Ma anche questi lasciano il padre Zebedeo “sulla barca con i garzoni e andarono dietro di lui”. Quindi l’intento di Gesù è quello di chiamare persone che con lui collaborino facendosi portatori di vita a quanti vivono in un habitat di morte.
È bello pensare che Gesù per realizzare il suo progetto ha bisogno degli uomini, di ciascuno di noi.
Convertirsi è prendere veramente una direzione nuova, una direzione evangelica con Gesù, con gli altri di buona volontà. È cambiare facendo revisione di vita a tutti i livelli su ciò che facciamo o non facciamo servendoci sempre del criterio del Vangelo.
Una breve spiegazione di che cosa significa revisione di vita che si può fare in gruppo, ma anche in famiglia:
analizzare un fatto, un avvenimento che ci ha colpito o di cui siamo stati protagonisti: sviscerarlo con l’apporto dei partecipanti in modo che ognuno lo possa descrivere.
Vedere se si sono vissuti fatti analoghi.
Cercare le cause (positive o negative) del fatto che in una parola si può tradurre con la parola: perché.
Evidenziare le conseguenze positive o negative
Agire: cioè individuare il comportamento conseguente.
Celebrare: alla luce della parola di Dio.
Per costruire il Regno di Dio ci vuole una nostra risposta che tenga sempre presente le esigenze del progetto di Dio oggi con i criteri che ci offre Gesù.
Questa è la strada per un umanesimo umano e per una spiritualità di vita. È liberarci da tante schiavitù di oggi che ci tengono incatenati.
Inoltre impariamo a cogliere il criterio come leggere il Vangelo per cercare Dio e il prossimo. Non ci sarà più “Io”, ma solo più “gli altri” in cui ci sono anche “Io” con gli “altri”.
Che cosa possiamo fare per convertirci e credere al Vangelo?
È una pagina che tocca il nostro quotidiano: famiglia, lavoro, amicizie, relazioni: la pandemia sta rivoluzionando le nostre giornate. Quale il nostro atteggiamento? Di chiusura, come Giona, o ricerca di ciò che veramente in questo momento conta per un modo nuovo di vivere l’oggi?
È una pagina che tocca anche le nostre comunità parrocchiali: siamo come Giona chiusi nelle nostre certezze e paure di un Dio troppo buono, che per dirla con papa Francesco attua la politica dello scarto, o siamo aperti al nuovo che la realtà di oggi ci presenta?
Una società alternativa comporta anche un impegno politico. Nel nostro piccolo siamo attenti ai problemi del quartiere o preferiamo delegare? Quali insegnamenti da questa crisi? Cosa possiamo apprendere per il futuro?
Gesù trasforma lo scopo della vita degli uomini che incontra lungo il mare di Galilea in pescatori di uomini entrando in un’altra economia, l’economia della grazia per la salvezza nella vita eterna.
Qui comincia la storia della Chiesa e dell’umanità nuova: Gesù passa nelle nostre strade, nelle nostre città, nelle nostre case e nel nostro cuore: ci vede, ci chiama per nome e ci propone di seguirlo. Non lasciamo cadere il suo dono, non rifiutiamo il suo invito.
Siamo nella settimana di preghiera per l’unità dei cristiani. Concludo con questa preghiera


Viviamo l’ultimo tempo del mondo, Signore,
questo è il tempo in cui dovremmo realizzare
il Regno, il sogno del Padre che dalla creazione attraversa tutta la storia:
togliere divisioni, guerre e delitti dal mondo e in te, il Cristo di Dio, ogni uomo abbia vita. Ma noi siamo sempre più indifferenti
alla tua voce: “cambiate mente, pentitevi, seguitemi!”.
Le tue vie, Signore, rivelaci.
Insegnaci i tuoi sentieri. Guida la Chiesa cattolica e le Chiese ortodosse,
le comunità nate dalla Riforma protestante, tutti i cristiani verso l’unità,
per essere veri testimoni del tuo amore che salva. Amen!